A Bari, la situazione dettata dall’isolamento di intere famiglie, accentua molte criticità, non ultime quelle legate all’ambito scolastico. Vi sono famiglie con genitori che, nella migliore delle ipotesi, si collegano in telelavoro; altre con genitori che escono al mattino per recarsi al lavoro e lasciano i figli a casa, comunque in affanno. Queste le due situazioni più comuni, decidendo di non voler considerare qui le situazioni sicuramente drammatiche, legate a gravi difficoltà economiche e alla mancanza di lavoro.
In ogni caso, ai bambini spesso viene chiesto di gestire in autonomia non tanto il tempo scuola, quanto il tempo da dedicare allo studio.
Per alcuni è più facile, c’è chi è già abituato ad organizzarsi (soprattutto i più grandi ed autonomi): per la maggior parte degli studenti è invece un'attività e un impegno che va oltre le proprie attitudini. Vanno guidati, presi per mano, anche solo confortati e rassicurati, chiedono il supporto dell’adulto. La paura dell’insuccesso li blocca: l'insicurezza generale legata a questo periodo, rende spesso i nostri ragazzi smarriti. “Avrei potuto fare ma l’idea di sbagliare mi ha reso immobile, inconcludente”, è quanto spesso mi riferiscono i ragazzi. Criticità di questo tipo sono emerse nel corso di telefonate di genitori affranti, incapaci o impossibilitati ad offrire ai figli l’aiuto che veniva loro richiesto. La didattica, se efficace, risponde a tecniche che non si improvvisano. Gli insegnanti, specie quelli ospedalieri, hanno il know how, la competenza e l'esperienza. I genitori ci stanno provando in tutti i modi, e con l'amore, a sostenere i ragazzi nello studio, ma spesso falliscono semplicemente perché abituati a svolgere il ruolo più importante, il loro, anziché improvvisarsi maestri e professori. Specie sul medio-lungo periodo.
E quindi ecco come è nata l’idea di uno “Sportello d'ascolto didattico”.
L’ufficio Welfare del Comune di Bari è molto attivo nell’accogliere varie richieste di aiuto. I dipendenti e i volontari ricevono chiamate riguardanti svariate problematiche, tipiche della condizione di isolamento che questa emergenza sanitaria impone, dal fare la spesa, la farmacia da raggiungere, approvvigionamenti vari... e naturalmente anche le richieste legate alla scuola e allo studio!
I volontari del CSV (Centro Servizi Volontariato – San Nicola) hanno quindi proposto alle docenti ospedaliere di passare loro le telefonate riguardanti la scuola, fornendo le schede telefoniche utili per richiamare in assoluta riservatezza le famiglie e gli alunni “bisognosi” di aiuto.
L'idea del salvataggio telefonico è ai nastri di partenza ed è già da imitare quanto possibile in tutt'Italia. Ancora una volta, gli strumenti e l'abitudine a una didattica non convenzionale, come quella ospedaliera, si rivelano utilissimi per intervenire in emergenza.
Il riferimento è l'insegnante ospedaliera Angiola Piovani, angiola.piovani@gmail.com