Nessun dorma! E, meno che mai in Veneto, dove l’Ufficio Scolastico Regionale ha già pronto il suo piano strategico per far conoscere e condividere, a livello territoriale e con l’intera comunità professionale dei docenti, la spinta propulsiva delle nuove Linee di indirizzo nazionali sulla Scuola in Ospedale e l’Istruzione domiciliare, quale strumento in grado di assicurare ai bambini e ai ragazzi il diritto a vivere il percorso scolastico anche nei momenti di salita e di fragilità, nonché il nuovo Portale Miur e le buone prassi già adottate e realizzate in Regione. Il 27 novembre 2019 si è svolto a Padova il “Seminario Regionale per il miglioramento del servizio di Scuola in Ospedale e di istruzione domiciliare”, rivolto ai dirigenti scolastici del Veneto, ai referenti inclusione dell’USR e degli Uffici di Ambito Territoriale, agli insegnanti e ai dirigenti medici dei presidi ospedalieri dove funzionano sezioni di scuola ospedaliera. Oltre alla presentazione delle nuove Linee di indirizzo nazionali e del Portale, la riflessione si è focalizzata sull’importanza di attivare ogni possibile dispositivo, didattico ed organizzativo, volto a realizzare il pieno diritto allo studio di tutti, nessuno escluso, e sulla la “valenza terapeutica” della scuola in ospedale e dell’ istruzione domiciliare intese come strumento “di cura, di sostegno e di accompagnamento”, generativo di speranze e di nuove possibili traiettorie per continuare ad abitare i contesti di vita. La riflessione è poi proseguita sull’importanza della ricerca di connessioni e alleanze tra il mondo della scuola e quello sanitario. Ne riparliamo qui con il Professore Filippo Sturaro, dirigente scolastico in posizione di comando presso l’Ufficio Scolastico Regionale Veneto, nonché referente regionale per gli alunni con bisogni educativi speciali.
Prof. Sturaro, in che cosa consiste il piano strategico messo in atto dall’Ufficio Scolastico Regionale?
Prima di tutto, va precisato che l’attività di coordinamento, programmazione e promozione della Scuola in Ospedale e dell’Istruzione domiciliare è affidata a un Comitato tecnico regionale presieduto dal Direttore regionale dell’USR e composto dal Dirigente dell’Ufficio II, dal Dirigente della scuola polo regionale, da Dirigenti scolastici e da rappresentanti dei docenti che vivono l’esperienza professionale della scuola in ospedale. Proprio per far conoscere all’intera comunità educativa della scuola veneta la spinta propulsiva delle nuove Linee di indirizzo, abbiamo pensato di realizzare cinque seminari territoriali, che si svilupperanno a partire da gennaio: gli incontri si svolgeranno a Venezia, Verona, Vicenza, Treviso, dove parteciperanno anche i docenti di Belluno, e a Padova, dove interverranno anche gli insegnanti di Rovigo. Lo scopo dei seminari territoriali è di informare docenti e dirigenti, sul valore fondante delle nuove linee di indirizzo nazionali, sia rispetto ad un modello di scuola “di prossimità” che supera le pareti delle aule e raggiunge bambini, ragazzi e famiglie che vivono la sofferenza, aiutando a costruire ponti di speranza e finestre da cui far entrare nuova luce, sia sotto il profilo dell’organizzazione dei percorsi didattici, nella costante ricerca di connessioni virtuose con la scuola di provenienza e con i sanitari che effettuano la presa in carico del ragazzo. Durante i seminari, uno spazio specifico sarà dedicato anche alla presentazione del portale che rappresenta il ponte che unisce, su scala nazionale, l’intera comunità professionale della scuola in ospedale. Saranno presenti due referenti regionali dell’USR e due docenti di scuola in ospedale per ciascuna delle province interessate. Gli incontri si apriranno con i saluti istituzionali ai quali seguirà poi un mio intervento di inquadramento del significato del fare e del vivere la scuola nei contesti di fragilità, alla luce degli indirizzi nazionali del MIUR. I docenti presenti avranno poi il compito di presentare le buone pratiche già esistenti nella nostra regione sia per quanto riguarda la scuola in ospedale che l’istruzione domiciliare, il tutto con l’obiettivo di far entrare la scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare tra gli strumenti ordinari di governance delle nostre scuole.
Bisognerebbe informare anche i genitori….
Senza dubbio la condivisione con le famiglie rappresenta uno degli strumenti in grado di assicurare valore aggiunto e rinnovata efficacia alle azioni intraprese. Il comitato tecnico regionale svilupperà la riflessione anche in tale direzione, pervenendo all’individuazione di specifiche misure di coinvolgimento delle figure genitoriali.
Cosa prevedete per i docenti neo –assunti?
Secondo la normativa vigente, ai docenti neo-assunti viene assicurato dall’Amministrazione uno specifico percorso di formazione in ingresso, articolato in lezioni in plenaria, momenti di scambio professionale tra pari (peer review), laboratori formativi e attività da realizzare attraverso la piattaforma INDIRE . Abbiamo predisposto, all’interno dei laboratori formativi sui bisogni educativi speciali, uno spazio specifico da dedicare alla scuola in ospedale e all’istruzione domiciliare, con l’obiettivo di sensibilizzare i nuovi docenti e di far loro conoscere le prospettive possibili per un’idea di scuola come servizio alla persona e alla comunità. Riteniamo tale passaggio fondamentale per far crescere nei docenti neoassunti “sguardi che vanno oltre l’aula”, nonché l’attenzione verso dispositivi didattici sensibili alle differenze individuali e alle stagioni di vita di ciascuno. All’interno dell’attività laboratoriale il docente neoassunto potrà interagire direttamente con il formatore, conoscere i percorsi realizzati e sperimentarne l’efficacia, in una prospettiva di tensione verso il miglioramento continuo del servizio.
Parliamo di numeri, quante sezioni ospedaliere e docenti in ospedale nel Veneto?
Nella nostra regione ci sono 11 presidi ospedalieri con sezioni di Scuola in Ospedale a Belluno, Feltre, Padova, Treviso, Conegliano, Montebelluna, Rovigo, Venezia, Verona e Vicenza. In particolare ci sono 16 sezione ospedaliere dell’infanzia, primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado e 37 docenti ospedalieri.
Obiettivi nel prossimo futuro?
Ne abbiamo soprattutto per l’istruzione domiciliare, vista la necessità di implementare ulteriormente il servizio. Alcune patologie specifiche di tipo internalizzante, con sintomatologie legate al ritiro e a quadri di fobia sociale, sono in forte aumento. Interessano soprattutto la fascia degli studenti pre-adolescenti e quelli dei primi due, tre anni delle superiori. Crescono le situazioni di emergenza educativa che sollecitano nelle famiglie, nelle istituzioni scolastiche e in tutte le istituzioni pubbliche lo sviluppo di una “dimensione adulta rinnovata”, che passa attraverso la funzione di testimonianza che ciascun adulto significativo dovrebbe attivare nella relazione educativa con i ragazzi. Il nostro Servizio, in questi casi, diventa uno strumento co-terapeutico importante, che supera la necessità di garantire il solo diritto allo studio e diventa volano per una prospettiva più ampia e sostenibile di vita futura.
Problemi di finanziamenti per portare avanti i progetti?
Non in modo particolare. Fortunatamente la scuola in ospedale è ben sostenuta e finanziata dal Ministero che risponde con puntualità alle istanze di settore che provengono dai territori. E’ comunque un ambito in grande sviluppo. Positiva e significativa, a mio avviso, è anche la costante crescita di attenzione da parte dei medici nei confronti della scuola in ospedale e dei docenti che in essa operano. Non sono rare le situazioni in cui il personale sanitario attiva forme di coordinamento e di condivisione con gli insegnanti della scuola in ospedale, all’interno di un modello di presa in carico globale che guarda al progetto di vita dell’alunno e dello studente.