Quesito |
Ho un figlio di anni 14, che dallo scorso anno (fine della terza media) probabilmente a causa dello sviluppo ha fatto tantissime assenze per febbre ricorrenti mal di ossa. In questo anno 2018/2019 (primo anno delle superiori) dopo vari accertamenti, day hospital, ricoveri al Meyer di Firenze è sopraggiunta anche una ciste midollare. Dopo tutto ci siamo ritrovati a Marzo con diverse ore di assenze. La scuola con il consiglio degli insegnanti ci ha consigliato di ritirarlo, anche perché tutt'ora ha dei giorni che non si sente e che pertanto non lo farebbero essere presente. La scuola giustamente necessita di certezze ma con mio figlio oggi non ho la certezza che domani sia presente. Vengo al dunque, mio figlio lo abbiamo ritirato e a settembre dovrebbe fare un esame scritto e uno orale con i vari programmi forniti e un incontro a settimana con un insegnante che al momento tra il periodo di feste e alcune volte che mio figlio non stava bene è stato poco costruttivo. La preside mi diceva che lo studio a domicilio non si poteva fare perché i tempi erano ormai passati. Sono molto amareggiata e ho molto paura per mio figlio che si trova fuori dall'insegnamento, dai compagni, come potrei fare per aiutarlo? Che aiuto potrei dargli? |
Risposta |
Quando un ragazzo viene ritirato da scuola, è la famiglia che si assume appieno la responsabilità della sua istruzione. La scuola dov'era precedentemente iscritto suo figlio, non ha più obbligo alcuno nei suoi confronti, almeno dal punto di vista formale. Questo è importante comprenderlo bene, perché, da un lato, si possa apprezzare la disponibilità ancora dimostrata dalla scuola nel mettergli a disposizione un'insegnante, affinché non rimanesse troppo indietro con il suo percorso formativo; dall'altro, perché a seguito di questo significativo periodo di educazione parentale (da marzo ad oggi) la famiglia possa serenamente giungere a una valutazione e riflettere sul da farsi. Il primo consiglio è di ottenere informazioni più approfondite dalla dirigente scolastica e dalla docente (che, in qualche modo, l'ha seguito finora) sulle competenze maturate dal ragazzo e anche sulle eventuali difficoltà incontrate, legate o meno alle condizioni di salute. Non trascuri che il passaggio agli studi superiori e la scelta del percorso è sempre momento difficile, per tutti i ragazzi e che suo figlio in particolare sta vivendo un periodo della sua vita molto complesso. Condizioni che compromettono sicuramente la qualità degli apprendimenti. Il secondo consiglio è di rivolgersi a specialisti seri che la aiutino non solo a prevedere la possibilità di rientro a scuola, ma che possano mettersi in contatto con i docenti per capire come aiutarlo a riprendere la frequenza. Nel caso in cui le condizioni di suo figlio non dovessero migliorare, entro l'estate, potrà iscriverlo nuovamente a scuola per l'inizio dell'anno scolastico e, con la certificazione medica che dimostri la difficoltà del ragazzo nel frequentare le lezioni in classe, potrà fare richiesta alla dirigente per un progetto di istruzione domiciliare. Terzo consiglio, si rivolga alla dirigente scolastica della Scuola Polo regionale della Toscana, di cui trova i riferimenti nelle nostre pagine regionali, perché Le illustri le caratteristiche del servizio di istruzione domiciliare. Se dovesse incontrare ancora difficoltà, non esiti a ricontattarci.
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